Il nostro male peggiore, che si è radicato nella vita economica, nella vita sociale, in quella culturale ein quella politica, fino a minare le fonti principali della ricchezza e del benessere del Paese, nonchéi principi stessi della democrazia e della sovranità popolare ha un nome: illegalità. L’illegalità che inItalia non è solo rappresentata da atti contrari o proibiti dalla legge, ma sovente anche da consuetudinidi vita rese possibili dalla mancanza di leggi efficaci, poiché per troppo tempo il nostro legislatoresi è preoccupato di rendere legali interessi privati illeciti, e si è disinteressato di adeguare il nostroordinamento ai principi di una democrazia costituzionale, e ai Trattati internazionali che pur a voltesono stati sottoscritti. E il dare, con disprezzo a volte, con alterigia sempre, la responsabilità dei nostrimali ad altri è il più radicato costume nazionale.Dalla Calabria alla Lombardia, passando per la capitale, emerge con chiarezza l’immenso fenomenocorruttivo che sta stritolando drammaticamente il nostro Paese. Il susseguirsi di importanti inchiestepenali evidenzia che non siamo di fronte a singoli ed isolati casi di mancato rispetto delle regole, maad un sistema con zone infette – molto ampie – in cui la corruzione, nelle sue diverse forme, è divenutaregola di condotta. Ancora una volta, a distanza di più di venti anni da “Mani Pulite”, i magistratidevono farsi carico della risposta repressiva ad un fenomeno diffuso, con il rischio, in assenza diadeguati sistemi preventivi, di trasformare nuovamente il processo penale da eccezione a regola.L’intervento giudiziario di questi mesi si colloca in un contesto ben più grave dei precedenti: da un latola crisi finanziaria ed economica che sta attraversando il Paese nel contesto di una Europa che fibrilla,dall’altro l’emergere di infiltrazioni mafiose- sempre più gravi – nella società, nell’economia, nellapubblica amministrazione e nelle istituzioni.Recentissime indagini giudiziarie hanno portato alla luce l’esistenza di un contesto criminale chemolti esponenti della politica e della società hanno fino ad oggi negato, ed hanno evidenziato come lacriminalità mafiosa sia riuscita a radicarsi, in tutto il Paese, controllando porzioni sempre più rilevantidi territorio produttivo, avviando redditizie attività imprenditoriali e di riciclaggio finanziario,arrivando ad alterare regolare fondamentali per la vita democratica. Siamo quindi di fronte adun’illegalità di sistema senza precedenti e ad una questione morale ineludibile. Il Paese ha bisogno diun profondo mutamento dell’etica pubblica e privata e non bisogna commettere l’errore di considerarerisolutiva la sola repressione penale. Occorre un rilancio morale per rifondare le regole della vitapubblica e restituire ai cittadini fiducia nell’agire politico.La corruzione non rappresenta un’emergenza dell’ultima ora: si conoscono bene gli strumentinecessari per avviare un’efficace azione di contrasto sul piano della prevenzione e della repressione.Il testo in discussione, ormai da mesi, al Parlamento può essere migliorato. In questa fase dielaborazione e discussione è doveroso evidenziare quelle criticità, che se risolte, potranno dareal Paese una legge anticorruzione utile, sia perché consentirà alla magistratura di accertare leresponsabilità pervenendo a sentenza definitive di assoluzione o di condanna, sia perché sarà unaprima risposta alla richiesta dei cittadini di una nuova etica della politica. A tale proposito grande èil compito della comunità cristiana: essa, in ogni sua articolazione, è chiamata a educare alla leggedi Dio, ai Comandamenti. In una situazione culturale confusa e spesso sconcertante, come quellaattuale, ci accorgiamo che il riferimento alla Chiesa è vivo e forte, perché le si riconosce la capacità el’autorevolezza per pronunciare una parola di incoraggiamento e di speranza. Per vivere in una societàserena e ordinata occorre un riferimento puntuale alla legalità. La legalità si ottiene riscoprendo ilsignificato positivo e liberante della legge morale e, nello stesso tempo, la sua incidenza sociale. Sela convivenza umana, in forza della stessa natura sociale dell’uomo, ha sempre richiesto un sistemadi leggi, ordinato e coerente, per regolare i rapporti fra i soggetti, e fra i cittadini e lo Stato, questaesigenza si è fatta particolarmente forte e urgente nel nostro tempo a motivo della società complessa,nella quale i bisogni emergenti non sono soltanto quelli elementari.La rincorsa all’“avere” spesso ha oscurato l’esigenza dell’“essere”; la burocratizzazione della vita, nelrapporto tra il cittadino e lo Stato, ha accresciuto la dipendenza dal potere; soprattutto la costituzionee la proliferazione di organici gruppi di potere alternativo, disponendo di reti relazionali e di ingentimezzi economici, ha consentito pressioni e persuasioni anche occulte nella linea dell’irresponsabilità.La Chiesa si fa carico di questo problema perché il suo compito di evangelizzazione le impone di dareil proprio contributo, ispirato alla fede in Gesù Cristo, alla soluzione di ogni problema della comunitàumana alla quale appartiene, e anche perché è pienamente convinta che nel problema della legalitàsono in gioco non solo la vita delle persone e la loro pacifica convivenza, ma la stessa concezionedell’uomo. In questo senso Giovanni Paolo II affermava: “Un’autentica democrazia è possibile solo inuno Stato di diritto e sulla base di una retta concezione umana”.Il cristiano non può accontentarsi di enunciare l’ideale e di affermare i principi generali. Deveentrare nella storia e affrontarla nella sua complessità, promuovendo tutte le realizzazioni possibilidei valori evangelici e umani della libertà e della giustizia. In questo la Chiesa e i cristiani si fanno“compagni di strada” con quanti cercano di realizzare il bene possibile. In particolare il cristiano laicoè chiamato, sotto la propria responsabilità, non solo a inserire le sue esigenze etiche nella storia, maanche a far fiorire la comunità attraverso la sua professionalità, la sua testimonianza e l’impegno allapartecipazione, come pure attraverso una legislazione adeguata e una conseguente fedeltà ad essa.